il mio scritto come presidente della commissione del personale del mio posto di lavoro in occasione del primo maggio.
Care colleghe e cari colleghi,
L’anno appena trascorso ha visto il susseguirsi di avvenimenti che hanno toccato da vicino la realtà lavorativa del nostro Cantone, del settore sociosanitario e anche del nostro posto di lavoro. Non si possono dimenticare le agitazioni dello scorso autunno contro il taglio lineare del 2% sui salari, culminate nelle manifestazioni del 3 ottobre e del 5 dicembre. Inoltre abbiamo affrontato un difficile rinnovo del CCL, dove alcune categorie professionali hanno dovuto cedere qualcosa per poter garantire ad altre dei miglioramenti più che legittimi e giustificati. Il ritornello è sempre quello: “Non ci sono i soldi”. Il rischio di farsi la guerra tra poveri c’è stato, ma fortunatamente non si è concretizzato. Ancora una volta abbiamo dimostrato come i lavoratori del settore abbiano un maggior senso di responsabilità rispetto a chi il settore lo dirige . Seppur con qualche tappata di naso, possiamo ritenerci soddisfatti e fortunati ad avere un CCL come quello attuale, soprattutto nel quadro generale del momento politico ed economico che stiamo vivendo attorno a noi.
In questa giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori è giusto fermarsi a riflettere su quale sia il limite fino a cui la nostra dignità professionale e umana può chinarsi alle esigenze di mercato, alle esigenze di servizio, alle esigenze di mandato. A quanto siamo disposti ancora a dare.
Il lavoro nobilita l’uomo, ma se le condizioni continuano a peggiorare e la pressione continua a salire bisogna essere pronti a trasformare la “nobilitazione del lavoro” in “mobilitazione”.
Il 1° Maggio è però anche un’occasione di solidarietà e festa. Di solidarietà ce ne vuole sempre e sempre di più, per sentirsi uniti e forti, insieme. Per continuare a festeggiare insieme il Primo Maggio, prima che la festa la facciano a noi!
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