domenica 26 giugno 2011

Agevolazioni sui rifiuti per famiglie e anziani.


Ecco quanto chiesto al Municipio di Balerna durante il Consiglio Comunale del 20.6.11:

Ai sensi della LOC mi permetto in questa sede di interpellare il Municipio riguardo alle tariffe della tassa sui rifiuti presenti sullo specifico regolamento comunale.
Infatti le uniche due voci che differenziano i contribuenti riguardo la tariffa base prendono come riferimento il numero di membri delle economie domestiche, in particolare:

o economie domestiche composte da una persona da CHF. 50.- a CHF. 70.-
o economie domestiche composte da più persone da CHF. 70.- a CHF. 150.-

Sono però convinto che, oltre al numero di persone che compongono l’economia domestica, vi sono alcuni fattori di cui tener conto. Tra questi fattori l’età dei componenti. Una famiglia con figli dagli 0 ai 3 anni si trova ad affrontare una situazione particolare, sia che uno dei 2 coniugi decida di diminuire la percentuale lavorativa ( se hanno la fortuna di lavorare entrambi), sia, e questo è un dato oggettivo, per la quantità di rifiuti che un bimbo può inconsapevolmente produrre (pannolini in primis). Stesso discorso valga per economie domestiche composte da anziani over 65, con un’entrata limitata alla rendita avs e i costi della salute che, con l’andare dell’età, progressivamente aumentano. In questo ultimo caso non prendo in considerazione l’entrata di un’ipotetica cassa pensione perché in futuro, con la precarietà lavorativa in aumento, sempre di meno saranno i lavoratori che potranno garantirsi un’entrata supplementare all’avs dopo aver conseguito l’età del pensionamento. Altro punto è il reddito di cui un nucleo famigliare può disporre, nell’ottica di un discorso di solidarietà, far si che la tariffa base possa variare a seconda del reddito di cui dispone l’economia domestica.

Per questo chiedo al Lodevole Municipio di chinarsi sulla questione, pensando all’introduzione di una tariffa sui rifiuti ad hoc per famiglie con bimbi dagli 0 a 3 anni e per gli anziani sopra i 65. Ancor meglio sarebbe poter introdurre l’esenzione dal pagamento per queste particolari situazioni, soprattutto se le condizioni finanziarie del nucleo famigliare fossero già di per se precarie. Esempi concreti esistono già nel nostro Cantone, anche vicino a noi. È un gesto secondo me doveroso per un comune che vuole rendersi sensibile ai problemi quotidiani dei propri cittadini. Un comune che studia soluzioni mirate è un comune che ancora sa essere a contatto con la comunità. Per questo chiedo al municipio:

È nelle possibilità del comune adottare tariffe ad hoc come quelle sopracitate?

Se si, come intende muoversi il Municipio e che criteri intende tenere in considerazione?

Se no, come il comune può rendersi maggiormente attrattivo per le giovani famiglie con servizi che possano rispondere ai reali bisogni?


In attesa di riceve risposta in tal proposito porgo i miei più cordiali auguri di buon lavoro.

Affaire a suivre, il Municipio risponderà...

martedì 7 giugno 2011

iL VALORE DELLA VITA E IL VALORE DEL PROFITTO


Dopo anni di lotte e proposte in favore del congedo paternità, finite sempre a scontrarsi con i NO di Palazzo Federale, L’associazione svizzera dei padri ha dovuto scendere a un compromesso abbastanza imbarazzante per sperare di vedere almeno una delle sue proposte discusse con buon esito in parlamento. La proposta elaborata è quella che ogni potenziale padre versi una percentuale minima del suo stipendio su un conto e che con questi soldi poi possa permettersi di stare parzialmente a casa senza pesare sull’azienda per cui lavora. Ovviamente una proposta del genere, che non intacca il sistema di produzione, piace ai partiti borghesi, che si dicono pronti a discutere la proposta a livello di camere federali. Dovesse andare in porto tutto questo avere un figlio sarà definibile come una perdita di guadagno (di chi?)e ci vorrà un contributo per stare a casa con il proprio figlio, cosi come accade se si è in infortunio,disoccupati, invalidi o in pensione. Avere un figlio ed essere disoccupati sarà la stessa cos;, ma è la stessa cosa? Credo fermamente di no. Credo che questa proposta era l’ultima spiaggia per poter ottenere un minimo riconoscimento di una sottoforma di congedo paternità in Svizzera, un riconoscimento che oserei definire umiliante. Un riconoscimento, quello del congedo paternità, che altri paesi del Nord Europa possono vantarsi di avere, perché la miglior sicurezza è quella che lo Stato può garantire a livello sociale, non con la polizia e i manganelli. In questo modo possiamo leggere in modo trasparente quali sono invece le priorità del sistema politico svizzero. Il sostegno e l’aiuto alle famiglie vengono dopo il profitto e il capitale. Già le madri devono ancora etichettare come “malattia” il fatto di essere in gravidanza per poter stare a casa nei mesi che precedono il parto senza intaccare i 4 mesi di congedo maternità che gli spetta (ma che fatica ottenerlo!). Definire il figlio che si ha in pancia “una malattia” è una cosa bruttissima e ancora una volta umiliante. L’alternativa è lavorare fino all’ultimo giorno, in condizioni di salute precarie e in situazioni che possono mettere a repentaglio la sicurezza del bimbo e della futura madre. Tornando alla proposta di una sorta di “assicurazione paternità” staremo a vedere come si svilupperà il discorso. Resta comunque palese che in questa Svizzera che vuole abbandonare il nucleare e che vuole essere all’avanguardia, il valore del denaro, del profitto, dell’utile è ben più importante del valore della vita dei lavoratori e delle loro famiglie. E continuiamo a chiamarlo progresso…