Che cos’è la rivoluzione?…In questi giorni si torna con la mente alla Rivoluzione francese, che si festeggia il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia. Ma la rivoluzione francese non è solo la Bastiglia, la ghigliottina e Robespierre. Quello che è accaduto in Francia nel 1789 era un nuovo modo di concepire la vita sociale, la politica, il ruolo delle persone all’interno di tutto questo. Forse la Rivoluzione francese è stata quella che più ha influenzato i successivi due secoli ed è stata madre delle altre rivoluzioni avvenute nel mondo. Ma che cos’è la rivoluzione? Personalmente ritengo la rivoluzione un processo sociale che ha bisogno quindi della forza di ogni singola persona per poter evolvere ed esplodere. D’altro canto sembra indissolubile il fatto che ogni rivoluzione abbia bisogno i suoi simboli e i suoi leader in cui riconoscersi. Ma una rivoluzione non nasce dall’oggi al domani, è frutto di anni di idee, di venti che cambiano, di pensieri e di avvenimenti, ma soprattutto di persone. La rivoluzione russa è esplosa nel 1917, ma se ne son viste le prime schermaglie già nel 1905. Ci sono rivoluzioni lunghe e corte, alcune che coinvolgono un gruppo di persone, una nazione, un continente, un intero modello sociale. Quello che si può dire con certezza è che la rivoluzione è sinonimo di cambiamento. Oggi cambiano molte cose in modo molto rapido, ma che poi non portano lontano dalla situazione precedente, la modificano di facciata, ma non ne cambiano la sostanza. La rivoluzione è un cambiamento di sostanza, non di facciata, la rivoluzione lascia il segno, la rivoluzione a volte fa male, scombussola, distrugge e rinnova.
40 anni fa, nel 1968, la rivoluzione culturale che ha sconvolto mezzo mondo non era solo quella dei pestaggi, dei banchi fuori dalle finestre e dei concerti..era un nuovo modo di voler affrontare la vita, la politica, le fedi e i rapporti sociali, in una società che si stava evolvendo e costruendo a modello di quella precedente la guerra. Quello del ’68 è un processo partito da lontano e che è esploso li, in quel momento e in quei luoghi perché era solo li e in quel momento che poteva scoppiare, non prima e non dopo.
Da 40 anni ormai non si parla di rivoluzione, nel senso romantico del termine, ma neanche sotto l’aspetto tecnico e concreto si può dire di aver potuto assistere in un altro tipo di movimento rivoluzionario (se non quella di Bil Gates con la creazione del pc).
Secondo me però c’è qualcosa nell’aria, la mercificazione dell’uomo, del suo lavoro e del suo sapere è ormai ad uno stato avanzato e l’insofferenza cresce, forse un frutto ancora acerbo, ma che noi o le generazioni future dovremo essere pronti a cogliere, perché le rivoluzioni son come gli esami…non finiscono mai.
40 anni fa, nel 1968, la rivoluzione culturale che ha sconvolto mezzo mondo non era solo quella dei pestaggi, dei banchi fuori dalle finestre e dei concerti..era un nuovo modo di voler affrontare la vita, la politica, le fedi e i rapporti sociali, in una società che si stava evolvendo e costruendo a modello di quella precedente la guerra. Quello del ’68 è un processo partito da lontano e che è esploso li, in quel momento e in quei luoghi perché era solo li e in quel momento che poteva scoppiare, non prima e non dopo.
Da 40 anni ormai non si parla di rivoluzione, nel senso romantico del termine, ma neanche sotto l’aspetto tecnico e concreto si può dire di aver potuto assistere in un altro tipo di movimento rivoluzionario (se non quella di Bil Gates con la creazione del pc).
Secondo me però c’è qualcosa nell’aria, la mercificazione dell’uomo, del suo lavoro e del suo sapere è ormai ad uno stato avanzato e l’insofferenza cresce, forse un frutto ancora acerbo, ma che noi o le generazioni future dovremo essere pronti a cogliere, perché le rivoluzioni son come gli esami…non finiscono mai.
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