lunedì 30 giugno 2008

filosofeggiando...


In questi giorni di calura e di nullafacezia l'unica cosa che non ti porta a perdere litri di sudore è forse la lettura. Ho voluto riprendere tra le mani un compendio di Filosofia di liceale memoria soffermandomi su uno dei più affascinanti filosofi antichi: Parmenide.

Parmenide fu il primo a sostenere la superiorità della interpretazione razionale della realtà a scapito dell'interpretazione soggettiva dei sensi, i quali falsano l'oggettivita del giudizio. Parmenide impone di giudicare secondo ragione: la ragione, e non l'occhio (i sensi) vedono il vero. quindi per Parmenide esisteva esclusivamente l'essere, che per sua natura è, mentre il non-essere non è e non può essere. Partendo da questo Parmenide mette in dubbio molte delle cose che noi diamo per scontate: il movimento, il divenire delle cose, il loro mutare... e tutto seguendo solo la ragione per interpretare la realtà. La sua teoria spiazza e mette in crisi, è paradossale ed affascinante allo stesso tempo.


Per fare un esempio riprenderò uno scritto di Zenone, allievo di Parmenide, che dedicò la sua vita a difendere le idee e il pensiero del suo maestro. Attraverso il racconto "Achille e la tartaruga" Zenone ci piega come il movimento in ealtà non esista.
Per Zenone il moto si spiega come il passaggio da un punto di partenza a un punto di arrivo. Ma per arrivare al punto di arrivo occorre arrivare prima alla metà di questo percorso, e per arrivare alla metà di questo percorso, occorre arrivare alla metà del percorso che va dall'inizio al punto intermedio, e così via: in sostanza, un uomo, per raggiungere una posizione nello spazio, deve sempre prima percorrere i segmenti intermedi, e questi segmenti, essendo lo spazio divisibile all'infinito, sono infiniti... ora, come può Achille raggiungere la tartaruga se è alle prese con la divisione infinita degli spazi che la separano da essa?
La divisione infinita dello spazio comporta che Achille in realtà non si muova mai, ma resti sempre fermo, nell'impossibilità di uscire dall'infinita serie di segmenti divisibili.
Inoltre, il movimento è una serie sequenziale di istantanee ferme (di posizioni immobili che si succedono una dopo l'altra), come possono prendere movimento tali posizioni immobili, se sono immobili? Come può scaturire il movimento dal non-movimento?


Gli uomini che non seguono la strada della verità, dettata dall'interpretazione della realtà mediante la ragione, si apre la lotta per far coincidere l'apparenza sensibile alle conclusioni contrarie suggerite dalla ragione.


Che dire? continueremo a lottare!

venerdì 20 giugno 2008

Un comunista al sole

Finalmente il sole, l'estate e il caldo! In questi giorni le radio stanno facendo girare la canzone di Venditti "Un comunista al sole". In questo periodo dove la sinistra arranca e i comunsti, quelli spensierati, sognatori, idealisti come me si trovano ad affornatare e a rapportarsi alla dura realtà capitalista ed individualista, questa canzone allegra e spensierata mi ha dato spunto a qualche riflessione.

Il comunista, che con la sua vecchia auto ammaccata parte verso il mare e la spiaggia, che odia dover pagare per potersi sdraiare sulla sabbia e cerca a suo rischio una via alternativa, è un po' sfigato e un po' eroe idealista, pronto ad affrontare il sistema a cui cerca di opporsi con la sua piccola disobbedienza.

"Non cambiare, tanto resterai sempre un sognatore" dice ad un certo punto il ritornello. I sogni non sono le spiagge, non si possono privatizzare, non sono posti al parlamento, non ce li possono togliere. I sogni sono nostri ed è giusto continuare a coltivarli. Il compagno Berlinguer diceva che noi comunisti siamo diversi dagli altri, anche a prendere il sole siamo unici perchè ci portiamo sempre dentro il nostro ideale e i nostri sogni che condividiamo assieme.

E allora cari compagni, andiamo verso la libertà di una giornata al sole, con la nostra ingenuità e i nostri sogni..non è molto, ma è nostro. Buona estate!!