Ultimi giorni di campagna elettorale, la cartellonistica pubblicitaria del Cantone è ormai satura di facce (più o meno piacenti) e di slogan (più o meno azzeccati).
Ognuno, a seconda del proprio "budget" si è dato da fare con pubblicità ed inserzioni ovunque fosse possibile. I partiti hanno investito in cartelloni, striscioni e comizi. La politica borghese e social-liberale ha dunque nuovamente messo in piedi il classico teatrino della campagna elettorale, sperperando soldi a destra (soprattutto a destra) e a manca. Slogan studiati a tavolino con professionisti del marketing, ritocchi facciali per meglio apparire sui cartelloni e comizi in sale addobbate per l'occasione, dove spesso l’unica documentazione scritta era quella del menù (naturalmente offerto). La politica nel mondo borghesi si sfoga, consuma e sperpera sin dall'inizio, ancor prima di cominciare a governare. Figuriamoci dopo...
La lista MPS-PC invece non ha aderito a questo meccanismo freddo e inesorabile. Se per motivi di immagine e occasione di visibilità i cinque nostri candidati al Consiglio di Stato non hanno potuto sottrarsi a qualche comizio, la nostra campagna è stata invece incentrata soprattutto su una macchina militante che per mesi si è data un gran da fare.
Nessun responsabile di marketing, nessun esperto di immagine ha curato la nostra campagna elettorale. Ognuno ha dato tutto ciò che poteva per portare in mezzo alla gente le proposte che la lista nostra lista ritiene oggi fondamentali per rispondere alla crisi e al degrado sociale.
Levatacce alla mattina presto per andare a volantinare nelle stazioni o davanti ai negozi prima di andare a lavorare. Cercare il contatto con le persone, senza imporre il proprio pensiero su un cartellone a pagamento, ma cercando di entrare veramente in contatto con il massimo di persone, attraverso l'esposizione delle nostre idee.
Attacchinaggi serali dei cartelloni con materiale casalingo, andando a trovare quei posti che la gente frequenta: il contachilometri che gira inesorabile tra una piazza di riciclaggio, un cantiere, dei piloni della luce. Un po' di buona musica, dello scoch e i manifesti nel baule.
Senza contare le ore davanti al PC di casa a scrivere, mandare mail e informare i contatti.
Una campagna elettorale fatta da gente normale, che ha un lavoro o studia e che non può permettersi di prendersi un congedo.
Militanti che credono fermamente ad un prospettiva di trasformazione radicale della società.
Gente che ha in mente un modo diverso di far politica, già dalla campagna elettorale.
E, soprattutto, persone che pensano che quello che viene detto in campagna elettorale dovrà essere quello che dovrà essere fatto se si venisse eletti.
Fare quello che si dice non è in sé un messaggio rivoluzonario: ma di questi tempi, in una campagna come questa, è già qualcosa di strepitoso!
Nessun commento:
Posta un commento