Tra una settimana inizia un nuovo anno scolastico, per alcuni giovani l’ultimo prima di entrare nel mondo del lavoro e il prossimo 26 settembre saremo chiamati a votare sulla 4° revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI). Le due cose sono strettamente legate tra loro perché questa revisione, che segue le politiche occupazionali portate avanti sino ad ora e che hanno avuto come risultato l’aumento della flessibilità e della precarietà, andrà a colpire le classi lavoratrici più deboli, soprattutto i giovani. Sono proprio i giovani i primi che devono fronteggiare le condizioni di lavoro più precarie. In effetti seguendo la logica della LADI, un giovane formato che fatica a trovare un impiego, è considerato un costo elevato e viene spinto sul mercato del lavoro a qualsiasi condizione salariale e professionale. Se la proposta non viene accettata, l’indennità salta. Una delle affermazioni più usate è quella di definire i giovani “lazzaroni” e approfittatori dell’assicurazione contro la disoccupazione. È facile comprendere come questo attacco ai giovani serva solamente ad isolarli, discriminandoli di fronte all’opinione pubblica per poter far passare le misure che li penalizzano.
A tal proposito una delle categorie di giovani più toccata da questo peggioramento sono gli apprendisti. Già oggi la concorrenza di mano d’opera spinge i datori di lavoro a non assumere l’apprendista perché troppo oneroso. Un’entrata in vigore della revisione della LADI non farà altro che peggiorare le condizioni occupazionali già negative dei/lle giovani lavoratori/ici in favore dei datori di lavoro che potranno assumere mano d’opera a basso costo, disposta a lavorare a qualsiasi condizione salariale e sociale.
L’opposizione a questa revisione è necessaria. I giovani stessi devono mobilitarsi e rivendicare il loro posto nella società. Garantire un posto di lavoro sicuro a tutti i giovani che finiscono una formazione sarebbe solo l’inizio. Inoltre cultura, trasporti, istruzione e tempo libero devono essere servizi gratuiti per studenti e apprendisti.
Queste misure sarebbero un primo passo verso il miglioramento delle prospettive di vita dei giovani. Per fare ciò però bisogna rompere con le logiche capitaliste. Non ci potrà essere futuro per i giovani senza una nuova concezione di società basata sulla gestione collettiva delle risorse e sulla partecipazione attiva nella società di ogni individuo. La campanella sta per suonare, teniamoci pronti!